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Coaching: la mappa di sè non è il territorio

Coaching: la mappa di sè non è il territorio | Coaching Ferrara Emilia Romagna Anita Alberti

Coaching: la mappa di sè non è il territorio | Coaching Ferrara Emilia Romagna Anita Alberti

Quante volte ci siamo detti o abbiamo sentito persone affermare “A 50/30/40 anni dove vuoi che vada o che faccia!? Sono troppo vecchio!”

Ho intitolato questo articolo  così, appositamente, per riflettere su cos’è la mappa! Dunque, cos’è?

La mappa è l’interpretazione che noi diamo del territorio. E il più delle volte non è oggettiva, sempre che esista l’oggettività interpretativa. È il disegno, la rappresentazione grafica di un ambiente che vogliamo codificare su carta.

Traslando tutto questo a noi stessi, cos’è la mappa? A mio avviso è l’insieme di tutte quelle convinzioni che ognuno di noi ha di se stesso. Convinzioni che il più delle volte sono limitanti anzichè potenzianti.

Noi tendiamo a generalizzare molti aspetti della nostra vita. E a distorcerne altri.

Non teniamo conto che qualsiasi cosa noi si faccia è grazie alla mappa che abbiamo. E di cui purtroppo non conosciamo esattamente il confine, che, ricordiamoci, non è fisso. Ma può essere assolutamente allargato. E così facendo, la mappa stessa viene arricchita.

Inoltre per ognuno di noi le convinzioni sono vere. E pertanto possono avere il potere di distruggerci la vita. O renderla più stimolante.

Coaching: la mappa di sè non è il territorio | Coaching Ferrara Emilia Romagna Anita Alberti

Si può modificare una convinzione solo se iniziamo a renderci conto che qualcosa non va. Diventiamo consapevoli. E quindi si inizia ad agire in modo nuovo.

Per di più, come se non bastasse, abbracciamo e portiamo avanti  le convinzioni limitanti che altri hanno di noi. Ergo, non solo noi per primi ci installiamo certi programmi ma accettiamo come veritieri quelli di altri, talvolta anche creati certi anni or sono. Il loro fine era quello di preservarci da eventuali figuracce. E sarebbe quindi bene fare un check e chiedersi se certe idee su stessi e gli altri siano ancora utili o se sia il caso di lasciar andare.

La mappa è la nostra zona di comfort. Che non è da intendersi come il luogo che si conosce bene e in cui si sta bene. Ma come quello che si frequenta e che non è detto sia tranquillo e accogliente. Niente è fisso ed immutabile, pertanto lo si può cambiare, ampliare, arricchire, impreziosire come meglio si crede.

Certo all’ inizio richiede un certo sforzo volontario. Un po’ come risalire la corrente. Ma è così importante uscire dalla solita convinzione limitante che ne vale la pena. Vale la pena fare qualcosa di diverso per trasformare le convinzioni limitanti in potenzianti.

Infine bisogna ricordarsi che ogni nostra azione nasce da un pensiero che ha generato un’emozione. E da quel pensiero deriva una successiva mappa. Che se limitante sarebbe bene chiedersi se è utile. E domandarsi consapevolmente che impatto ha sulla nostra vita e su quella di chi ci sta accanto.

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