Il Coaching della Intelligenza Emotiva
L’Intelligenza Emotiva è la capacità di saper integrare emozioni e pensieri. E far dialogare quindi la parte razionale del nostro cervello con quella emozionale.
L’intelligenza emotiva è intangibile? Sì, la buona notizia è che, pur essendo intangibile, è misurabile.
Gli studi dimostrano infatti che chi ha un buon livello di Intelligenza Emotiva sa prendere decisioni maggiormente sostenibili, possiede un buon livello di consapevolezza e sa gestire in maniera efficace le relazioni personali.
Ecco perché diventa fondamentale allenare queste competenze in contesti organizzativi personali e sociali.
L’Intelligenza Emotiva è comprensione (consapevolezza di ciò che si prova), capacità di agire (predeterminando il miglior comportamento rispetto alla situazione) avendo un’attenzione alle relazioni ed ai valori (capacità di dare una direzione all’azione).
L’intelligenza emotiva è stata trattata la prima volta dai professori Peter Salovey e John D. Mayer nel loro articolo “Emotional Intelligence” (1990).
Salovey e Mayer hanno inizialmente definito l’intelligenza emotiva come “La capacità di controllare (Self Management) i sentimenti e le emozioni proprie ed altrui, distinguere tra di esse (Self Awareness) e utilizzare queste informazioni per guidare i propri pensieri e le proprie azioni (Self Direction)”.
Interessante lo sviluppo che ha avuto poi anche il coping (to cope with, far fronte), che affronta il come le persone affrontano i compiti, le sfide, lo stress, soprattutto…
Il coping stabilisce la strategia che una persona adotta:
- di Problem Solving (task coping)
- di gestione delle emozioni Self Awareness (emotion coping)
- sull’evitamento (avoidance coping).
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Il Coaching della Intelligenza Emotiva
Come può essere utile il Coaching?
Il coaching cosa rappresenta, da dove nasce?
Il termine inglese coach risale al 1400 ed era inteso come mezzo di trasporto, la carrozza trainata da cavalli. Ma le sue origini sono ben più antiche.
Socrate e Platone sono da considerarsi come i primi coach. Il primo diffuse come insegnamento fondamentale il famoso detto dell’Oracolo di Delfi “Conosci te stesso”: coltivare la propria capacità di orientarsi nel mondo attraverso la consapevolezza di sè e di quanto ci circonda.
E Socrate poneva solo domande ai suoi interlocutori, non si permetteva di fornire risposte. Lasciando loro la possibilità di trovare la propria verità.
Platone, nel Teeteto, riporta l’insegnamento del suo maestro. Secondo cui il compito del filosofo non è quello di insegnare ma quello di applicare l’arte della Maieutica, l’arte dell’ostetricia. Cioè partire dalla propria verità che ognuno possiede.
Al giorno d’oggi siamo emotivamente analfabeti. Non riconosciamo le nostre emozioni, non ci permettiamo di viverle, soprattutto quelle negative. Purtroppo tutto questo crea blocchi e da qui alla malattia il passo è breve.
Tutto ciò accade non solo in rapporto a sè stessi, ma anche in relazione all’altro. Ci sono tipologie di persone che ciclicamente incontriamo e innescano sempre le stesse reazioni emotive, senza saperne il perchè, senza sapere che sono legate ad emozioni del passato. In realtà non è nel passato che dobbiamo stare ma nell’oggi e nel futuro, vedere oggi come vogliamo essere nel futuro. Proprio per questo è fondamentale prestare attenzione al proprio sentire, al proprio corpo e ai segnali che quest’ultimo ci invia.
Molte volte, ad esempio, conviviamo con un fastidioso mal di stomaco, prendiamo medicine. Ma poche volte ci soffermiamo a chiederci come mai, cosa non abbiamo digerito, non solo in senso fisico di cibo, ma anche di situazioni, cosa avrei potuto fare diversamente, cosa me lo ha impedito..
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